Cosa c’entra Halloween, la celebrazione della memoria delle persone morte, con la felicità? Apparentemente poco, se si esclude un’occasione come altre di far festa. Ma, a guardar bene, c’entra tutto, come ogni cosa della vita quando si comprende che la felicità è una conquista interiore da coltivare e far crescere così tanto, così profondamente, che nulla può scalfirla o distruggerla.
Secondo Humandive, spesso il concetto di felicità è usato per descrivere delle emozioni, come la contezza e la gioia, che per loro natura hanno un carattere temporaneo. In realtà la felicità è una condizione generale della persona che si verifica al soddisfacimento e alla realizzazione di più aspetti della vita contemporaneamente. E sostiene anche che la felicità di impara: con la scelta di aumentare il proprio livello di felicità si sceglie anche uno stile di vita che mette al centro emozioni e comportamenti funzionali, con ripercussioni per tutte le persone che ci stanno vicine.
E, se in parallelo all’approccio orientale alla vita, fior fiori di scienziati e ricercatori sostengono che star bene è contagioso, e lo dimostrano dati alla mano, qualcosa di vero deve esserci.
E in azienda?
Sul fronte aziendale, ormai da anni si parla di wellbeing, vale a dire degli aspetti della vita lavorativa che spaziano dalla qualità e sicurezza degli ambienti al clima che si respira in azienda, fino alla qualità dell’organizzazione del lavoro; secondo l’International Labour Organization delle Nazioni Unite, la misura del benessere di collaboratrici e collaboratori in azienda è un indicatore determinante dell’efficacia aziendale a lungo termine e sono moltissimi ormai gli studi che dimostrano la stretta correlazione fra i livelli di produttività delle risorse umane e la loro qualità di vita.
Ciò di cui si parla meno è la qualità di vita di imprenditori e imprenditrici. E ciò di cui si ha ancor meno consapevolezza è quanto l’umore delle persone a capo dell’azienda si ripercuota pesantemente su tutto l’ambiente di lavoro, sia in positivo, sia in negativo.
Come si misura?
In OSM non abbiamo dubbi: con I-Profile, il nostro esclusivo sistema di analisi che consente di individuare cosa facciamo che ci porta a perdere energia, efficacia e ostacola quindi il raggiungimento dei nostri obiettivi, la realizzazione dei nostri sogni. E, quindi, ci consente di individuare le azioni concrete migliori da mettere in atto per correggere la rotta e veleggiare verso la nostra felicità.
Prima ancora di proporlo alle persone nostre Clienti, in OSM lo applichiamo a noi stessi al nostro arrivo in azienda. Al di là dei risultati personali, ci siamo trovati concordi sul fatto che vedere – in pochi minuti – nero su bianco una “fotografia” dello stato della propria vita attuale fa decisamente un certo effetto, ed è in qualche modo rassicurante e rincuorante, perché fa chiarezza in un momento di confusione generalizzata, aiuta a consapevolizzare ciò di cui abbiamo già la sensazione ma non abbiamo mai il tempo di fermarci ad approfondire, e motiva a prendere l’iniziativa per non perdere ancora tempo a rincorrere altro che non sia la propria felicità. Ancora più consapevoli del fatto che tutto è collegato: il nostro mondo interiore a quello esterno, la nostra vita (lavoro e denaro, relazioni, salute, autostima) a quella di chi ci è accanto.
E ricordiamocelo sempre: che la vita ci riservi brutti scherzi o momenti dolci, una volta piantate radici ben salde dentro di noi, niente e nessuno potrà porci via la nostra felicità.
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